Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 20 gennaio 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Il dimorfismo sessuale e l’asimmetria del cervello sono presenti alla nascita. All’origine di molti disturbi dell’infanzia vi sono deviazioni dalla tipica “traiettoria neuroevolutiva”, che prevede stadi discreti di maturazione secondo una cronologia di sviluppo geneticamente predefinita. Sebbene si conoscano da tempo le principali tappe neurologiche di questo precorso, ben poco è noto circa i particolari schemi delle singole fasi, ossia i patterns neuroevolutivi fisiologici. Studi di neuroimmagine recenti hanno fornito preziosi dati sulle caratteristiche delle strutture cerebrali durante la seconda infanzia e l’adolescenza, ma sono veramente pochissimi gli studi che hanno esaminato il cervello dei lattanti, in particolare di quelli di età inferiore ai 3 mesi.

Ricercatori del Waisman Center della University of Wisconsin-Madison, impiegando la risonanza magnetica strutturale di alta risoluzione, hanno rilevato i volumi della materia grigia e della sostanza bianca sottocorticale in 143 bambini di un mese di età, analizzando le caratteristiche di queste misure volumetriche durante il periodo più precoce di sviluppo post-natale. I ricercatori hanno accertato che le dimensioni delle regioni studiate vanno incontro a cambiamenti significativi durante il primo mese di vita, con corrispondenti pattern di asimmetria locale e dimorfismo legato al sesso. In particolare, i maschi presentavano un volume cerebrale totale maggiore e i volumi differivano in base al sesso nelle particolari regioni cerebrali, dopo la correzione dei valori sulla base del volume totale. La maggiore asimmetria destra rilevata, trova corrispondenza nelle misure effettuate su bambini ed adolescenti in studi precedenti. Né le differenze sessuali, né l’asimmetria cambiavano dopo la correzione per età gestazionale.

Questo studio, integrando e completando i risultati emersi dalle indagini sulle modificazioni neurobiologiche più precoci associate allo sviluppo del cervello, suggerisce che l’asimmetria e il dimorfismo sessuale siano già presenti alla nascita. [Dean D. C. 3rd, et al., Investigation of brain structure in the 1-month infant. Brain Struct funct. Jan 5, 2018].

 

Perché la barbarie di torturare i prigionieri per ottenere informazioni è una stoltezza, oltre che un crimine. La condizione di stress estremo costituita dalla tortura forza il cervello a funzionare fuori del range di adattamento fisiologico. Conseguentemente, si altera il rapporto “segnale/rumore” nelle memorie informative possedute, accrescendo i falsi positivi. Come metodo di conoscenza, la tortura fallisce nei test di verifica elementari di veridicità, affidabilità e ripetibilità dell’informazione ottenuta. Nell’interrogatorio, la tortura è inefficace perché costituisce un’aggressione all’attività cerebrale essenziale che integra il funzionamento neurale di base con quello psicologico e sociale. Queste e altre importanti ragioni sono emerse dagli studi di O’Mara, professore di Experimental Brain Research del Trinity College di Dublino, che porta il contributo delle neuroscienze a supporto di una campagna di abolizione della tortura in tutto il mondo. [O’Mara S., QJM – Epub ahead of print doi: 10.1093/qjmed/hcx252, Jan 3, 2018]

 

Scoperta la base genetica della forza della mano nello stringere la presa. Nella visita neurologica, la forza esercitata dalla mano che stringe in presa le dita è un importante indice della funzione neuromotoria e dello stato fisiologico dell’organismo. Mediante procedura GWAS in un campione di 195.180 individui, Willelms e oltre cento fra colleghi e collaboratori hanno identificato 16 loci associati alla forza della presa (P ˂ 5 x 10-8) in analisi combinate. Alcuni di questi loci contengono geni implicati nella struttura e nella funzione delle fibrocellule muscolari striate, ossia dei muscoli scheletrici (ACTG1), geni implicati nel mantenimento dei neuroni e nella trasduzione del segnale (PEX14, TGFA, SYT1), o sindromi monogeniche che si manifestano con danno psicomotorio. L’importanza di questa scoperta si comprende se si tiene conto che la forza della presa manuale non si impiega solo per la valutazione indiretta dello stato funzionale dell’apparato motorio, ma è anche un marker di fragilità e un indice di una gamma di stati morbosi e di mortalità da tutte le cause. [Nat Commun. AOP – doi: 10.1038/ncomms16015, 2017].

 

Individuata una sede corticale nel controllo del bere nella sete da disidratazione. Saker e colleghi, sulla base di evidenze precedenti, hanno condotto uno studio che ha individuato nella parte mediana della corteccia anteriore del giro del cingolo (aMCC, da anterior midcingulate cortex) la regione cerebrale che facilita la deglutizione dei liquidi in una condizione di sete intensa, contribuendo in tal modo alla regolazione dell’azione del bere dopo disidratazione. [Saker P., et al. PNAS USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.1717646115, Jan 8, 2018].

 

Nuovo studio sui correlati cerebrali dell’eccitazione genitale rivela nuove differenze fra donne e uomini. I pochi studi che in passato hanno analizzato accuratamente in campioni significativi i correlati neurali dell’eccitazione genitale sono stati prevalentemente focalizzati sugli uomini, e le metodologie adoperate sono difficili da comparare fra loro. Di studi che hanno osservato il cervello di uomini e donne in coppie durante l’eccitazione e l’orgasmo, si è riferito su questo sito, ma si trattava di campioni numericamente molto limitati. Parada e colleghi canadesi della McGill University e del Montreal Neurological Institute hanno deciso di indagare i correlati funzionali encefalici dell’eccitazione periferica genitale in 40 volontari (20 uomini e 20 donne), usando la stessa metodologia per entrambi i sessi, esposti allo stesso tipo di stimoli visivi. In particolare, mentre i due gruppi distinti di uomini e donne assistevano a videoclip di argomento erotico o umoristico, veniva costantemente monitorata la temperatura dei genitali con la termografia a raggi infrarossi e, corrispondentemente, rilevata l’attività di cervello, cervelletto e tronco encefalico mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI, da functional magnetic resonance imaging) e valutata sulla base della risposta BOLD (blood oxygen level-dependent response).

L’attività in numerose regioni dell’encefalo era in stretto rapporto con i cambiamenti della temperatura genitale, ugualmente nelle donne e negli uomini. L’attivazione però appariva più estesa nelle donne che negli uomini, includendo la corteccia del giro del cingolo anteriore e posteriore, l’insula, la parte destra del cervelletto, l’opercolo frontale e la circonvoluzione paracingolata. L’esame della forza di correlazione fra il segnale BOLD della fMRI e la temperatura rilevata all’infrarosso degli organi genitali ha rivelato nelle donne un rapporto più stretto fra i due parametri. Specificamente, non è stata individuata alcuna regione dell’encefalo maschile con una correlazione genitale più forte di quella rilevata nelle donne.

Il valore di questo studio si deve in gran parte all’impiego della termografia, perché ha consentito di porre in relazione due misure oggettive, a differenza di quanto è accaduto in altri studi, in cui le immagini dell’attività cerebrale sono state confrontate con le sensazioni soggettive riferite più o meno simultaneamente dai volontari. In altri studi, i tempi della fMRI sono stati sincronizzati con un video che registrava l’orgasmo, la cui fenomenica comportamentale può oggettivarsi. In conclusione, lo studio di Parada e colleghi mostra un rapporto fra attività cerebrale innescata da stimoli sessuali e attivazione funzionale dei genitali più stretta nella donna. [Parada M., et al. J Sex Med. Jan 5, 2018].

 

Nella dislessia evolutiva rilevata una iper-mielinizzazione della corteccia uditiva sinistra. La dislessia dell’età evolutiva è il più frequente disturbo dell’apprendimento, per il quale si cercano correlati neurali che aiutino a comprendere la genesi dei sintomi. Skeide e colleghi hanno rilevato, a parità di spessore corticale, un’aumentata densità di mielina, particolarmente in corrispondenza del IV strato della corteccia uditiva di sinistra. Il metodo adottato potrebbe essere impiegato per lo studio di altri disturbi dell’apprendimento. [Skeide M. A., et al. Neurology – AOP Jan 10, 2018].

 

Stile di vita come strategia terapeutica nel disturbo ossessivo-compulsivo. La pubblicazione la scorsa settimana dell’aggiornamento sul disturbo ossessivo-compulsivo (Note e Notizie 13-01-18 Correlati fMRI del disturbo ossessivo-compulsivo) ha suscitato grande interesse ed indotto numerosi interventi e discussioni. È stato proposto all’attenzione dei soci un nuovo studio su una possibilità terapeutica in linea con l’orientamento della nostra scuola neuroscientifica, ossia compatibile con le recenti acquisizioni sulle basi neurobiologiche. Gli autori, afferenti ad un programma di ricerca dell’Istituto di Psichiatria dell’Università di Rio de Janeiro (Brasile) e al Brain & Mental Health Laboratory del Monash Institute of Cognitive and Clinical Neurosciences della Monash University (Australia), hanno preso le mosse dalla constatazione dei limiti delle principali terapie, generalmente indicate nelle forme gravi: l’invasività della neurochirurgia e della stimolazione con elettrodi (deep brain stimulation) stabilmente impiantati nel cervello mediante intervento neurochirurgico e soggetti a periodico monitoraggio; gli effetti collaterali dei trattamenti protratti con inibitori della ricaptazione della serotonina (ad es. sulla sfera sessuale); l’inefficacia delle terapie basate su teorie psicogenetiche dei sintomi; efficacia incostante e spesso limitata ad alcune condotte delle terapie cognitivo-comportamentali, ecc. A fronte di questi difetti, Fontenelle e colleghi affermano che vi è “un bisogno urgente di sviluppare trattamenti semplici ma efficaci”, quali “interventi in grado di modificare lo stile di vita del paziente” (Fontenelle L. F., et al. Is There A Role For Lifestyle Intervention In Obsessive- Compulsive And Related Disorders? Curr Med Chem. Jan 4, 2018). I ricercatori propongono di adoperare lo stile impiegato per la prevenzione e la cura dei disturbi cardiovascolari, basato sull’attività fisica, l’eliminazione del fumo, la riduzione dell’alcool, il controllo dello stress, del sonno e della dieta.

In proposito, è stato osservato dai nostri soci che si tratterebbe di approdare, finalmente, alla tecnica elaborata presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Federico II da Perrella e collaboratori, prendendo le mosse dall’esperienza sviluppata a partire dai primi anni Ottanta con i pazienti a “regime terapeutico” da parte del gruppo di psichiatri guidati da Bruno Giuliani. Ma, ciò che rende quell’approccio più moderno e potenzialmente efficace, rispetto alla proposta ancora generica e incompiuta di Fontenelle e colleghi, è la definizione di principi di fondo condivisi con il paziente in un generale programma nel quale la gestione, prima totalmente guidata, poi eteronomica e infine autonoma del paziente stesso, tende ad ottenere il cambiamento di quadri mentali (come parte di “quadri funzionali” di insieme) attraverso il progressivo sviluppo di risorse psichiche in grado di combattere e neutralizzare i circoli viziosi innescati dalla fisiopatologia che produce i sintomi. L’efficacia del nostro approccio è naturalmente vincolata alla possibilità di stabilire un’ottima intesa nel rapporto di collaborazione terapeuta-paziente e alla determinazione e perseveranza con la quale la persona affetta si impegna quotidianamente per ottenere gli obiettivi prefissati.

 

Notule

BM&L-20 gennaio 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.